Ludovica Palmieri

Memoria, storia, attualità e profezia: Kiefer a Venezia

“Memoria, storia, attualità e profezia: Kiefer a Venezia” articolo pubblicato su Mentinfuga il 20 maggio 2022.

Spiegare a parole lo stupore degli occhi non è sempre facile. Perché la mostra di Anselm Kiefer a Palazzo Ducale è qualcosa di estremamente potente, immediato, abbagliante.
Un lavoro pensato nel 2019 e realizzato nell’arco di tre anni in cui il mondo e Venezia hanno subito enormi stravolgimenti. L’opera di Kiefer è stratificata, densa di simbologie e significati, eppure si presta ad una lettura immediata, d’impatto, come se fosse un’epifania.

La Sala dello Scrutinio che, insieme a quella della Quarantia Civil Nova, ospita la mostra “Anselm Kiefer. Questi scritti, quando verranno bruciati, daranno finalmente un po’ di luce” (Andrea Emo), curata da Gabriella Belli, direttrice della fondazione Musei Civici di Venezia, fino al 29 ottobre, non solo è centrale nel Palazzo Ducale ma ha un fortissimo valore simbolico in relazione all’opera del maestro tedesco.

La sala dello scrutinio

Kiefer a Venezia, Palazzo Ducale
Anselm Kiefer – Questi scritti, quando verranno bruciati, daranno finalmente un po’ di luce (Andrea Emo), 2022. Installation view © Anselm Kiefer. Photo: Georges Poncet
Courtesy Gagosian and Fondazione Musei Civici Venezia

Infatti, come indica il nome stesso, la Sala era il luogo deputato all’elezione del Doge. Ambiente importantissimo, caratterizzato dalla presenza delle opere di grandissimi maestri della storia dell’arte, come: Giovanni Bellini, Vittore Carpaccio, Tiziano, Veronese, Tintoretto; con cui Kiefer si è rapportato con semplicità, naturalezza, quasi con confidenza. Nella misura in cui, pur avendoli delicatamente coperti, ha fatto in modo che la loro eco continuasse a vibrare nell’intera sala, attraverso la sua opera che ne riprende i toni, gli accenti, la monumentalità.

L’incendio

Tuttavia, la Sala dello Scrutinio, divenne tale solo dopo che il l’incendio del 1577, molto probabilmente doloso, distrusse la grandiosa biblioteca – ivi ospitata – del Cardinale Bessarione. “Nato greco e consacrato cardinale a Roma, umanista cresciuto a Costantinopoli, studioso di retorica e filosofia platonica, cui si deve – spiega la curatrice – uno dei più importanti lasciti culturali alla città di Venezia, codici greci e latini di inestimabile valore, sintesi di una chiaroveggenza culturale che seppe coniugare quell’Oriente e quell’ Occidente che brucia ancora nel corpo vivo della città lagunare”.

L’incendio, sublimato, riaffiora nell’opera di Kiefer. Lo stesso titolo della mostra: “Questi scritti, quando verranno bruciati, daranno finalmente un po’ di luce”, appare – auguriamoci non profeticamente – in linea con l’ambiente che la ospita; suggestivo memento della fragilità umana nell’evocazione dei libri, dell’incendio e della luce che effettivamente abbaglia, negli squarci luminosi; in cui il maestro, emulando gli antichi predecessori, ha usato materiali preziosi come l’oro e l’argento.

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Kiefer a Palazzo Ducale
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