Ludovica Palmieri

Freaks Out: un’esplosione di emozioni!

Un film, a mio parere, spettacolare uscito nell’autunno 2021 è Freaks Out di Gabriele Mainetti. Con un cast che si è rivelato vincente, composto, tra gli altri, da Claudio Santamaria; Aurora Giovinazzo; Pietro Castellitto; Giancarlo Martini; Giorgio Tirabassi.

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I macrotemi

Si tratta di una pellicola estremamente poetica che, con un linguaggio onirico, di fantasia e, soprattutto, estremamente originale, racconta un tema difficile e drammatico, quello della Seconda Guerra Mondiale.

Ma c’è di più. Perché, in realtà, il registra oltre ad affrontare questo macrotema decisamente impegnativo; ne affronta un altro, altrettanto complesso e di fondamentale importanza per l’attualità: quello della diversità.

I protagonisti, da cui il film trae anche il titolo, sono dei “diversi”; personaggi che, per le loro caratteristiche fisiche e per le loro capacità – che poi si riveleranno dei super poteri – vivono relegati ai margini della società, costretti a mostrarsi come fenomeni da baraccone per sbarcare il lunario. 

I messaggi positivi

Freaks Out, Il cambiamento
Freaks Out, Il cambiamento

Nel momento storico che stiamo vivendo, ho trovato meraviglioso questo film, non solo per com’è girato, per la bravura degli attori, per la poesia, ma anche per i messaggi positivi che lancia. Secondo me, data la tendenza dominante al pessimismo del nostro cinema; che spesso propone scenari negativi, pullulanti di cattivi esempi – anche lo splendido film di Sorrentino, non è che dia una buona immagine del nostro Paese e dei suoi abitanti – ho trovato particolarmente ammirevole e coraggioso l’andare in controtendenza di Gabriele Mainetti. Se, il nostro cinema è pieno di “perdenti”; in Fraks Out la splendida particolarità è data dal fatto che, sebbene in partenza i protagonisti siano perdenti in piena regola, lo scorrere del film dimostra che proprio le caratteristiche che li condannavano come tali, in realtà si rivelano qualità eccezionali che li trasformano in eroi.

Quindi l’idea è che non si deve necessariamente essere “perdenti” e anche quando le cose sembrano andare male, magari sono proprio quelle caratteristiche che noi consideriamo difetti o debolezze che, in realtà, possono possono diventare i nostri punti di forza, portarci di nuovo in alto, farci emergere o, comunque, farci stare bene. 

La difficoltà diventa opportunità

Ma c’è ancora di più. Perché tutto questo processo di riscatto sociale, crescita e trasformazione alla scoperta di sé, si innesca con lo scoppio della guerra; ovvero, quando la crisi, manda tragicamente in frantumi la misera zona di comfort che i protagonisti del film si erano creati: il circo. 

La diversità come ricchezza

Il tema della diversità come ricchezza, centrale nel film si rafforza ulteriormente con l’entrata in scena dei partigiani, guidati da un convincente – e, per me, commovente – Max Mazzotto. Gabriele Mainetti li rappresenta in maniera poetica senza essere stucchevole, grazie al suo tocco fantasioso, condito da un pizzico di rabbia e di ironia. Come i protagonisti di Freaks Out, anche i partigiani sono diversi ed emarginati e, nello stesso tempo, prepotentemente umani, molto di più rispetto alle “persone normali” che subiscono passivamente lo stau quo.

L’immagine femminile

Matilde
Matilde, Aurora Giovinazzo

E per finire veniamo a lei: l’immagini femminile. Nel film Matilde, nella realtà Aurora Giovinazzo. Inizialmnete, giovane fanciulla che si infuoca al solo contatto con l’altro. Letale per se stessa e per chi la circonda. Condannata alla solitudine e all’isolamento per la sua stessa natura, troppo sensibile per interagire con gli altri. Poi, con il procedere del film, tutto questo cambia. Matilde, è il personaggio che subisce l’evoluzione più forte. Una vera e propria metamorfosi, da crisalide a farfalla. Perché la giovane fanciulla, che al principio non sapeva gestire e controllare la sua meravigliosa potenza, alla fine, proprio grazie alla maturazione avvenuta attraverso la costruzione, lo sviluppo e l’eleborazione dei rapporti sani con gli altri,  diventa un’eccezionale immagine femminale; perfettamente in grado di catalizzare e dominare i suoi istinti, la sua potenza e la sua emotività. Rivelandosi infine risolutiva e salvifica anziché distruttrice. 

La musica

L’intero film suscita un turbine di emozioni che vanno dal riso al pianto. Il tutto rafforzato da una colonna sonora mozzafiato che alterna brani come Creep dei Radiohead, eseguita al pianoforte da Franz – Franz Rogowski; a Bella Ciao cantata dai partigiani.

Insomma, qualora non fosse chiaro, io ho ADORATO Freaks Out e il mio consiglio è di vederlo assolutamente qualora non lo abbaite ancora fatto!  

Freaks Out, i protagonisti
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