Ludovica Palmieri

Meno di Due, uno spettacolo fatto di piccoli gesti

Meno di Due

Meno di Due, al teatro Carrozzerie N.O T. è uno spettacolo delicato, timido. Che entra in punta di piedi e poi accarezza il cuore con disarmante sincerità.

Due persone, la voglia di conoscersi, un urgente bisogno di umanità.

Un bisogno atavico e primordiale che oggi, come ieri, riguarda, seppur in proporzioni diverse, tutti gli esseri umani.

Uno spettacolo che non racconta ma trasmette 

Meno di Due, scritto e diretto da Francesco Lagi, con Anna Bellato, Francesco Colella, Leonardo Maddalena, racconta “la normalità”; trasformando il primo incontro tra i due protagonisti in un turbinio di sensazioni e portando in scena la potenza emotiva insita in ciascun essere umano.

Meno di Due, ph Manuela Giusto, in macchina
Meno di Due, ph Manuela Giusto, in macchina

Meno di due è uno spettacolo mimico. Costruito attraverso piccoli ma essenziali gesti che arricchiscono tutto il racconto facendo anche da scenografia. Ed il fatto che quest’ultima sia immaginaria rende il tutto estremamente poetico, amplificando l’allure senza tempo della pièce che non intende semplicemente “descrivere” una vicenda ma “trasmetterne” il significato.

Un racconto universale 

Questo perché la storia dei due protagonisti: un professore di greco calabrese e un’imprenditrice della pianura padana, “persone” più che “personaggi”, di cui non viene mai rivelato il nome, per sottolinearne –a mio parere – il valore simbolico, per quanto legata all’attualità – nelle modalità che li hanno portati a conoscersi; nella colonna sonora e in alcune battute – assume un carattere universale, rappresentando la dinamica di un rapporto uomo donna fuori dal tempo.

La grotta

Infatti, gli stessi protagonisti ritrovano nelle pitture neolitiche di una grotta la stessa immagine. Un uomo e una donna in piedi a parlare e conoscersi. Come se, nello spettacolo, la grotta, diventando rivelatrice di una verità, acquistasse un valore opposto rispetto a quello rivestito nel famoso mito di Platone, in cui l’illuminazione può avvenire solo al di fuori della stessa.

Meno di Due, ph Manuela Giusto, la grotta
Meno di Due, ph Manuela Giusto, la grotta

Gli attori 

Bravissimi gli interpreti: Anna Bellato, Francesco Colella, Leonardo Maddalena che, con maestria e leggerezza, portano avanti la commedia; alternando considerazioni filosofiche sulla vita, come: “La vita corre e non fai in tempo, perché il tempo va e tu… no.” A battute spassosissime, in cui i protagonisti scivolano nei dialetti d’origine; si lasciano andare ad esternazioni esilaranti, coinvolgendo anche il pubblico in momenti di grande ilarità.

Efficacissimo l’ingresso del terzo personaggio che oltre a rappresentare un riuscitissimo picco comico, costituisce l’elemento scatenante che sblocca definitivamente il rapporto tra i due protagonisti; anche se lo spettacolo si conclude senza dirci effettivamente come, con un finale aperto che ogni spettatore può interpretare secondo la sua visione.

Parlo di commedia perché anche se il retrogusto è dolce-amaro, prevale comunque la dolcezza

Meno di Due, ph Manuela Giusto, il terzo
Meno di Due, ph Manuela Giusto, il terzo

Una riflessione sul linguaggio

Ormai forse lo avrete capito… il linguaggio e le parole mi affascinano molto, dal momento che, a mio parere, il modo di parlare influenzi quello di pensare e, di conseguenza, la nostra visione della realtà. 

Nello spettacolo, come del resto avviene nel miglior teatro da sempre, si gioca con il linguaggio. In particolare, nella deliziosa scena del  tragitto in macchina, tra gli altri argomenti, i due protagonisti toccano quello dei figli di lui, con conseguente ricaduta sul gap generazionale; che, chiaramente, si riflette anche sul modo di parlare e sul lessico utilizzato. Il professore confessa di essere stati bollato dai figli come “cringe” termine con cui i ragazzi under 35 definiscono – e cito dalla Treccani: ciò che suscita imbarazzo e al tempo stesso disagio in chi lo osserva. La cosa interessante è che, per quanto lui finga di non intenderne a pieno il significato e di essere leggermente contrariato, in realtà poi mostra un’enorme autoironia non solo nel sentirsi a proprio agio in questa definizione ma nel rispecchiarla a pieno e con la massima convinzione – penso al meraviglioso ballo. 

Dinamiche relazionali contemporanee

Inoltre, il discorso sulle parole di ultima generazione mi apre la strada ad altre due riflessioni, rispettivamente sulla situationship e il micro-cheating, due dinamiche relazionali estremamente contemporanee. Infatti, se il rapporto uomo – donna, l’incontro citato precedentemente è qualcosa di universale, così come “quel groppo in gola che la sera ci spinge ad uscire alla ricerca di ‘qualcuno’, anche se quel ‘qualcuno’ non si ha chiaro in mente chi sia”. É altrettanto vero che alcune dinamiche di coppia sono prettamente contemporanee, figlie dei nostri tempi, dal momento che hanno inevitabilmente proliferato grazie a due fattori essenziali: la progressiva meritatissima e ancora in fieri emancipazione, nonché liberazione, sessuale e l’avvento dei social network.

Facciamo luce 

Oggi fortunatamente non esiste più “l’obbligo” non scritto della coppia e/o del matrimonio e ciascuno può vivere la propria intimità in maniera fluida come preferisce. Quindi, dato che gli esseri umani si caratterizzano anche per la meravigliosa prerogativa di “dare nomi alle cose“, perché non definire con parole specifiche alcune delle dinamica che si creano? Soprattutto quando, da fenomeni isolati, diventano diffusi e condivisi. 

Meno di Due, ph Manuela Giusto, facciamo chiarezza
Meno di Due, ph Manuela Giusto, facciamo chiarezza

Situationship

In particolare, Meno di Due mi ha fatto venire in mente la situationship, parola coniata per definire quel particolare tipo di rapporto che si caratterizza per l’assenza di evoluzione e coinvolgimento, non solo emotivo ma anche quotidiano. Nello specifico, mi pare che quando lei usa la dizione Meno di Due, per definire lo stato di cose, parli proprio di quello, ovvero, di una “situazione sentimentale indefinita, a metà strada tra il sesso occasionale e una relazione vera e propria. La cui caratteristica principale è la mancanza di chiarezza. Si fatica a capire se si sta insieme o meno oppure si è emotivamente coinvolti ma non è chiaro se lo sia anche l’altra persona” per usare le parole della psicologa e psicoterapeuta Carolina Traverso.

Micro-cheating

Mentre, la riflessione sul micro-cheating è stata innescata da tutta la segretezza con cui i protagonisti hanno coltivato il loro rapporto a distanza ed è esplosa con l’entrata in scena di Leonardo Maddalena, ignaro di tutto.

Ora, premesso che non voglio spoilerare nulla, è interessante notare come in una dinamica di relazione “convenzionale” o, quantomeno, consolidata, l’abitudine di stringere rapporti con estranei, anche puramente virtuali, attraverso un’apparentemente innocua chat, pur senza alcun implicazione di natura intima o sessuale, possa costituire una seria minaccia per la coppia. Infatti, anche se il micro-cheating, alias: micro-tradimento che, tecnicamente, si può definire come: “l’atto di coltivare, in modi più o meno piccoli, connessioni intime ma inappropriate al di fuori della propria relazione” non implica effettivamente il tradimento; tuttavia, nella misura in cui infrange l’accordo sull’esclusività romantica del rapporto, può creare delle crepe più o meno profonde nella relazione. Anche perché, il passo tra il dire e il fare potrebbe essere anche piuttosto breve…

Per queste riflessioni ringrazio Valeria Montebello, autrice del podcast di Chora Media: É solo sesso che, in maniera ironica e giocosa ma , nello stesso tempo ficcante e puntuale, mi ha portato a riflettere e ad allargare gli orizzonti su tematiche tremendamente attuali su cui non mi ero ancora soffermata.

Meno di Due, ecco chi lo ha permesso 

Meno di Due è uno spettacolo di Teatrodilina, realizzato in collaborazione con DOG e Residenza produttiva Carrozzerie | n.o.t.

Il cui suono è curato da Giuseppe D’Amato, le scene sono di Salvo Ingala, i costumi sono a cura di Ilaria Ladislao, le luci di Martin E. Palma; per l’organizzazione di Regina Piperno, con le illustrazioni di Antonio Pronostico.

L.P.

Meno di Due, ph Manuela Giusto
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